La vita
D.R.Carlo Goldoni, nato a Venezia il 25 febbraio 1707, è stato uno dei più importanti drammaturghi italiani del XVIII secolo, noto per la sua riforma del teatro e per aver contribuito alla transizione dalla Commedia dell'Arte al teatro di carattere. Fin da giovane, Goldoni mostrò una forte passione per il teatro, influenzato dal padre, un medico che amava organizzare spettacoli teatrali. A soli nove anni scrisse il suo primo abbozzo di commedia, e a tredici recitò in una commedia di Girolamo Gigli. Nonostante la sua vocazione teatrale, Goldoni fu spinto dal padre a studiare legge. Frequentò il Collegio Ghislieri di Pavia, ma fu espulso per aver scritto una satira contro le ragazze della città. Continuò gli studi a Modena e si laureò in legge a Padova nel 1731.

Dopo la laurea, Goldoni lavorò come giurista, ma continuò a scrivere e a mettere in scena intermezzi comici. Nel 1734, a Verona, incontrò il capocomico Giuseppe Imer, che lo portò a Venezia e gli chiese di scrivere testi per la sua compagnia. Goldoni debuttò con il Belisario, una tragicommedia in versi. Durante una tournée a Genova nel 1736, Goldoni conobbe e sposò Nicoletta Connio. Continuò a scrivere opere teatrali, tra cui Il Momolo cortesan (1738) e La donna di garbo (1743), in cui scrisse per la prima volta tutte le parti degli attori, segnando un distacco dalla Commedia dell'Arte basata sull'improvvisazione. Nel 1747, Goldoni iniziò a lavorare per il capocomico Girolamo Medebach al Teatro Sant'Angelo di Venezia. Qui scrisse alcune delle sue opere più famose, come La vedova scaltra (1748) e La putta onorata (1749), che segnarono l'inizio della sua riforma del teatro. La riforma di Goldoni, che prevedeva la scrittura completa delle parti degli attori, suscitò polemiche. L'abate Pietro Chiari, suo principale avversario, lo criticò duramente, dividendo il pubblico veneziano in due fazioni: goldoniani e chiaristi. Goldoni rispose con la sfida delle sedici commedie nuove, tra cui capolavori come La bottega del caffè e Il bugiardo.

Nel 1762, Goldoni accettò un contratto biennale con la Comédie Italienne di Parigi, stanco delle polemiche e del saccheggio dei suoi testi da parte degli editori. A Parigi, tuttavia, dovette adattarsi alle tradizioni teatrali locali, scrivendo scenari e canovacci anziché commedie complete. Goldoni insegnò italiano alla principessa Adelaide, figlia di Luigi XV, e scrisse alcune commedie in francese, tra cui Il burbero benefico (1771), che fu un grande successo. Tuttavia, l'ultima opera, Il fastoso (1776), fu un fallimento, e Goldoni abbandonò l'ambizione di diventare un autore francese. Gli ultimi anni di Goldoni a Parigi furono segnati da ristrettezze economiche e da una progressiva cecità. Scrisse le sue Memorie, un'autobiografia in tre parti dedicata a Luigi XVI. Durante la Rivoluzione francese, Goldoni perse la pensione di corte, ma il deputato Marie-Joseph Chénier intervenne per ripristinarla. Tuttavia, Goldoni morì il 6 febbraio 1793, due giorni prima che la pensione fosse ripristinata.